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La verità clinica è una responsabilità.
Difenderla è il mio compito.
Farlo con serietà e rispetto è la mia firma professionale.
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Desidero raccontarvi una storia. Il racconto di un percorso che inizia tra sacrifici e sogni, tra l’incertezza dei primi passi e il coraggio di crederci comunque.
Dopo anni di studio e abilitazione, io e la mia collega, la dott.ssa Emilia Wanderlingh, finalmente troviamo uno studio in affitto. È un momento intenso, colmo di entusiasmo, tensione e speranza.
Siamo giovani, appassionati, pronti a restituire alla società ciò che la formazione ci ha dato.
Erano altri tempi.
I social non esistevano, la pubblicità si faceva con le “pagine gialle” cartacee, che per noi – da poco abilitati e senza grandi mezzi – erano un lusso irraggiungibile.
Riusciamo a malapena a permetterci un piccolo annuncio, ma le telefonate che riceviamo si risolvono quasi sempre in richieste vaghe, senza esito concreto.
All’epoca, lo stigma nei confronti della Psicologia era ancora forte: rivolgersi a uno psicologo era spesso interpretato come un’ammissione di “malattia mentale”.
Eppure non ci scoraggiamo.
Spinti dalla determinazione, puntiamo su un mezzo allora pionieristico: il web.
Creiamo i nostri primi siti internet, con risorse limitate ma tanta creatività. Finché un giorno arriva una proposta che cambierà tutto.
Il fondatore del popolarissimo portale “PalermoWeb” ci offre uno spazio settimanale: nasce “Psicologia e dintorni”, la prima rubrica online di psicologia in Sicilia. La visibilità cresce, ma gli appuntamenti tardano ad arrivare. Così decido di tentare ancora: contatto una radio locale, Radio Action, e propongo un programma di psicologia.
Accettano.
Va in onda “Note di Psicologia”, un appuntamento settimanale con il pubblico, fatto di telefonate, sms e partecipazione autentica.
Ed è proprio da una telefonata che prende forma una svolta inaspettata.
Una collega telefona in trasmissione e mi chiede di parlarmi in privato. Mi confessa di seguire il programma e aggiunge: "È la prima volta che qualcosa del genere accade in Sicilia. Vorrei conoscerla."
Era la dott.ssa Angela Ruvolo, una delle massime esperte in Italia di Psicologia Giuridica, un’autorità scientifica riconosciuta a livello regionale e nazionale – mi offrì la possibilità di affiancarla. E da quel momento, la mia vita professionale cambia per sempre.
Ricordo nitidamente la prima volta in procura al suo fianco per incontrare un PM.
Da quel giorno, nulla è stato più come prima.
Fu l’inizio per me di una collaborazione straordinaria e dell’incontro con una donna eccezionale.
Professionista rigorosa, mente lucida, spirito profondo, Angela Ruvolo è stata e rimarrà un punto di riferimento insostituibile nella mia formazione.
Ancora oggi, ogni volta che mi accingo a scrivere una relazione tecnica forense, lo faccio con lei nel cuore.
Con rispetto, gratitudine e memoria viva delle sue parole:
“La verità deve essere affermata oggettivamente.”
Angela, ha lasciato in me un segno indelebile per il quale le sarò immensamente e per sempre grato.
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A lei devo la mia formazione sul campo della Psicologia Forense.
Da allora la mia competenza clinica psicodinamica radicata nell’ascolto autentico con i pazienti, si intreccia con i tecnicismi giuridici nelle aule di giustizia.
Ogni relazione tecnica che redigo è il risultato di un lavoro paziente e profondo: uno studio che scandaglia ogni dettaglio, una scrittura che pesa ogni parola, un’etica che non indietreggia mai di fronte alla complessità.
Ancora oggi, dopo anni di casi affrontati, di minori ascoltati, di famiglie in frantumi e verità sepolte da risollevare, continuo a operare con lo stesso rigore, la stessa dedizione, la stessa coscienza.
Perché dietro ogni foglio di carta, ogni relazione tecnica d'ufficio sbagliata, dietro ogni fascicolo che porta un nome e un numero di protocollo, c’è una vita vera.
C’è una storia che chiede ascolto, un dolore che merita rispetto, una verità che reclama giustizia.
Come quando ho seguito G., 43 anni, Responsabile Customer Experience sottoposto a demansionamento da parte di una ben nota azienda di telefonia nazionale, costretto a passare ore intere da solo dentro una stanza al chiuso a non fare niente, oppure, V., grandissima donna di 34 anni, Responsabile Marketing, vittima di mobbing nel luogo di lavoro, derisa e attaccata dai colleghi maligni, M., 50 anni, Imprenditore, incarcerato di prima mattina e tenuto in isolamento per un mese senza sapere neanche il motivo, dopo, scarcerato, perchè, innocente e per un errore giudiziario.
E ancora M., 13 anni, vittima di abusi sessuali a opera del vicino di casa che tanto ha lottato per liberarsi e riuscire a dimostrare che i suoi erano ricordi autentici e non dovuti a patologie psichiatriche per come sosteneva la ctp della difesa del criminale; oppure, V., operario, 32 anni, accusato, al contrario, di essere un molestatore ma dichiarato innocente perchè le dichiarazioni della presunta vittima sono risultate essere menzognere; e G., 40 anni, donna vittima di maltrattamenti psicologici, fisici e sessuali a opera del marito che con un inganno riesce a portargli via il figlioletto appena adolescente pretendendo l'affidamento esclusivo.
Una delle consulenze più turbolente mai vissute dove tanto io e lei abbiamo lottato contro le opposizioni della giovane CTU dettate piu' da una maldestra gestione delle operazioni di consulenza che da una reale competenza in materia.
E ancora, fino a pochi giorni fa, in un esame testimoniale, ho tenuto il punto di fronte a una PM davvero brava e competente, ritenuta il vertice assoluto nel suo ambito, tuttavia, dopo avere ascoltato che dalle mie valutazioni tecniche, il suo consulente ha praticamente sbagliato le procedure di somministrazione dei tests, per ben due ore, è giustamente, ha passato a setaccio ogni mia parola come se fossi davanti a un plotone d'esecuzione.
Ma ce l'ho fatta. Perché quando sai di essere perfettamente allineato con il settore non indietreggi. Nemmeno di un passo. Ed io credo all'innocenza della sig,ra R., accusata di un gravissimo reato, perchè, numerosissimi elementi mi confermano questo.
Ed è per loro, per le persone – che continuo a operare come CTP, perchè, per ogni bambino che viene creduto, ogni verità che trova voce, ogni giustizia che si realizza, è la conferma più profonda che questa strada – per quanto faticosa – è giusta.
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